
Ricevimento Reale a Villa Cattaneo nel 1502

Feste, cerimoniali e ricevimenti nella Genova del passato
Il 26 agosto del 1502, verso le quattro di pomeriggio, proveniente da Pavia, fa il suo ingresso in Genova per prendere ufficialmente il possesso della città – che dal 1499 era sotto la dominazione francese – accolto dalla cittadinanza come un trionfatore, Luigi XII re di Francia.
Le grida della popolazione (“Francia! Francia!”) furono ben presto sommerse dalle numerosissime salve che i cannoni delle navi genovesi e quelli dei vascelli francesi attraccati in porto (la Cordeliére, la Louise, la Clermont e la Charente, “una delle più attrezzate per la guerra su tutti i mari”) cominciarono a sparare senza interruzione quando fu avvistato il Sovrano, entrato in città dalla Porta di San Tommaso, più o meno dove oggi si trova l’accesso alla stazione di Principe della metropolitana.
“Dimorò a Genova otto dì – scrisse l’annalista Oberto Foglietta – e prese meraviglioso piacere dell’aspetto della città, della bontà dell’aria, dell’amenità dei giardini, della bellezza delle fabbriche e della splendidezza domestica; andò a vedere tutti i luoghi dentro la città, accompagnato da pochi, e considerava le cose degne di essere vedute, si intratteneva ne’ ragionamenti de’ cittadini con molta piacevolezza e umanità e insieme a loro interveniva a conviti con molta letizia, restava a vedere caracollare le nobili gentildonne”.
Il governatore Filippo di Cleves, in occasione dell’arrivo del Sovrano, aveva fatto suonare la campana della cattedrale di San Lorenzo ed emanato un bando secondo cui i cittadini genovesi avrebbero dovuto disporsi lungo tutto il tragitto percorso dal corteo reale per rendergli omaggio. Il Cancelliere della Repubblica di Genova, Benedetto da Porto, nella sua Descriptio Adventus Ludovici XII (Descrizione della venuta [a Genova] di Luigi XII) ci fornisce interessanti particolari sull’avvenimento.
“Tutte le donne, le giovinette e le ragazze della città uscirono sulla piazza, si affacciarono alle finestre, si sistemarono sulle terrazze e sui ballatoi delle loro abitazioni e si schierarono su due fila lungo la strada percorsa dal corteo regale. Fra la moltitudine trovavansi numerose donne vestite quasi tutte di bianco, con drappi serici, o di tela finissima affibbiati con gusto speciale: aveano appeso sull’omero destro un largo cappello di feltro, e la bionda capigliatura disposta su una specie di diadema e cadente sopra le spalle. Tutte erano ornate di ori in gran copia. Gli ufficiali di Corte, togliendo per mano le più leggiadre, le presentavano al Re il quale di molto buon animo le baciava in fronte”.
Aldo Padovano
storico