
Ricevimento Reale a Villa Cattaneo nel 1502 parte seconda

Feste, cerimoniali e ricevimenti nella Genova del passato
Il sesto giorno della sua permanenza in città, il Re ebbe occasione di conoscere più da vicino le componenti delle nobili famiglie genovesi.
Passò la mattina nella chiesa di Santa Maria dei Servi, in borgo dei Lanieri. Lì visitò gli “scrofolosi” che, secondo un’antica tradizione, venivano mondati dal “tocco” dei sovrani francesi e consegnò una moneta a ciascuno dei malati. Nel tardo pomeriggio, si concesse una regale “pennichella” nella splendida dimora dei Fieschi a Carignano, dove aveva stabilito la propria residenza genovese. Quindi Luigi XII si recò nella villa di recentissima costruzione di Lorenzo Cristoforo Cattaneo, situata nella località di Terralba. Era stata edificata negli ultimi anni del Quattrocento sul declivio di una ridente collina, in un ampio terreno coltivato a vigne e frutteti, secondo la consuetudine delle residenze di villa del XV secolo. In questa sontuosa magione si svolse un memorabile ricevimento.
“I grandi banchetti e i gioiosi conviti – ricorda il cronista reale Jean D’Auton – allestiti per il Re durante questo periodo, furono i migliori che mai si fossero visti, né principe fu mai accolto in maniera più onorevole.
E le dame che si trovavano a questi banchetti, talvolta erano vestite secondo i dettami della moda milanese, altre volte secondo quella genovese”.
Le famiglie aristocratiche fanno a gara nel prodigargli ogni genere di cortesie e nell’apprestargli ogni sorta di divertimenti.
La passione del sovrano per il gentil sesso era ben conosciuta e quindi i nobili genovesi, per ingraziarsi i favori, gli fecero trovare quanto di meglio potesse desiderare.
“E lì, vi sarebbe stato un convegno di belle donne. Nel qual luogo, come giunse il Re, sulla strada principale fu accolto con reverenza dalla moglie di Lorenzo Cattaneo e dalle altre illustrissime donne. Quindi, lungo tutto il sentiero che conduce alla villa e sotto l’ampio e bel loggiato attraverso il quale entrò, molte altre donne gli si fecero incontro. E da queste accolto con pari reverenza, finalmente fece il suo ingresso nella casa, addobbata in modo superbo e magnifico”.
Le dame, ponendo da parte l’abituale riserbo, consentono che i cortigiani le bacino – in una sorta d’”assaggio” – e poi le presentino al Re, il quale a sua volta le bacia e balla con loro.
“Qui, dismesso il contegno regale, conversò così piacevolmente ed in modo così affabile tra scherzi, risate, giochi e danze che, concessa ancor maggior confidenza ai presenti, venne trattato da tutti come uno al pari degli altri”.
Luigi XII – riferisce ancora Benedetto da Porto – esclamò che simili residenze in Francia erano possedute soltanto dai sovrani e che i Genovesi avevano case più ricche della sua. Inoltre si compiacque del fatto che i capitelli delle colonne del portico angolare erano stati fatti istoriare in suo onore con piccoli scudi su cui erano riprodotti i gigli di Francia. Tali decorazioni sono ancor oggi visibili nella villa che, passata nel XVII secolo prima ai Salvago e quindi a Gio. Giacomo Imperiale – che l’aveva ricevuta in dote dalla moglie Livia Salvago – è attualmente sede della Civica Biblioteca Lercari.
Aldo Padovano
storico