
Pesce sostenibile

Menù, ricette, abbinamenti e altre chicche
Alzi la mano chi ha mangiato almeno una volta un Pesce Lama fritto? E chi ha mai assaggiato un sughetto di Potassolo o un filetto di Pesce Serra?
Conoscete questi pesci? Li avete mai visti sui banchi della vostra pescheria di fiducia? Ve li hanno mai proposti al ristorante?
Queste sono solo alcune delle specie sostenibili che è possibile consumare senza contribuire al depauperamento delle risorse ittiche.
Forse non tutti sanno, infatti, che secondo l’ultimo rapporto della FAO il 28,8 % degli stock ittici valutati nel mondo è sovrasfruttato, il 61,3 è al limite massimo si sfruttamento sostenibile e solo il 9,9% è sottosfruttato.
Ad aggravare la situazione si aggiungono abitudini alimentari e culturali ormai consolidate, che non favoriscono una pressione di pesca diversificata e distribuita su diverse specie, ma concentrano l’attenzione su un numero limitato di risorse che, anche per questa ragione, vengono eccessivamente sfruttate.
Secondo il Ministero Italiano delle Politiche agricole, alimentari e forestali, infatti, delle oltre 700 specie marine commestibili, solo il 10% circa è effettivamente commercializzato. È stato calcolato che, sui banchi delle pescherie, possano essere commercializzate fino a trenta specie diverse, ma questo non significa che altre specie non siano catturate. Al contrario, molte di queste, comunemente classificate dagli operatori come “by-catch” o catture accessorie, dopo essere state pescate non sono commercializzate per il loro scarso o nullo valore di mercato. I consumatori non le conoscono o riconoscono sui banchi di vendita, non le richiedono e non vi è quindi un regolare approvvigionamento dalla catena di distribuzione commerciale.
Riscoprire le specie ittiche poco conosciute del nostro mare e diminuire l’acquisto delle specie più consumate, può contribuire a preservare le risorse ittiche, garantendo al sostenibilità futura.
Bruna Valettini
Biologa Acquario di Genova