Capurro Ricevimenti Il perchè del nome  "Villa lo Zerbino"

Il perchè del nome “Villa lo Zerbino”

Capurro Ricevimenti Ricevimento Reale a Villa Cattaneo nel 1502 image 4

Feste, cerimoniali e ricevimenti nella Genova del passato

Un “foresto”, ma probabilmente anche un genovese, davanti alla denominazione popolare del luogo trasferita nella toponomastica attuale, si troverebbe di fronte tre alternative di interpretazione.

La prima, la più poetica, che la villa sia dedicata a Zerbino, un personaggio dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, il giovane ed elegante principe di Scozia innamorato della saracena Isabella.

La seconda, più ironica, che il proprietario fosse un raffinato elegantone, proprio come il principe dell’Ariosto, ovvero un vagheggino dall’eccessiva ed ostentata ricercatezza, particolarmente incline agli amori.

La terza, più esotica ma allo stesso tempo più prosaica, che quel termine derivi da zirbiy, parola che in un dialetto arabo significa «tappeto, cuscino», da cui il nome del piccolo stuoino rettangolare, in genere intessuto di fibre di cocco, posto davanti all’uscio e che serve per pulirsi le scarpe prima di entrare.

In realtà basta aprire il più autorevole vocabolario Genovese-Italiano, compilato da Giovanni Casaccia nel 1851 e rieditato nel 1876, e si risolve il busillis.

Zerbo. Sostantivo maschile. Piota: pezzo di terra erbosa cavato da prateria o luogo tale che per molto tempo non sia stato rotto; adoprasi per incamiciare i parapetti ed ogni riparo terrapienato acciocché la terra non ruini”. Il significato è allargato anche a “prato” o “erba” in generale. Il Casaccia ce ne fornisce un esempio: assetâse in sciö zerbo infatti significa sedersi sul prato, sull’erba. E mette a zerbo vuol dire mettere a prato, appratire un terreno.

Quindi Zerbo – come asserisce lo storico ottocentesco Federigo Alizeri – è “una distesa di terreno erboso, specialmente quando sia intorniata da balze scoscese o da declivi o saliscendi… ed è luogo di delizia, ove ciascuno par vago di riposarsi. È cosa evidente che il Zerbino, diminutivo di quel vocabolo, venne dalla condizione stessa e dalle circostanze di questo piano, che d’ogni parte confina a luoghi diseguali”.

Tenendo presente poi che la lettera g dolce italiana nel dialetto genovese viene pronunziata (per citare Dante Alighieri) come la z lictera (Giorgio – Zorzo, Genua – Zena, giovedì – zêuggia, eccetera), Zerbino avrebbe il suo antenato in Gerbido, una voce di origine vernacolare piemontese ma con radici preromane, che ha il significato di terreno scarsamente o per nulla coltivato. In effetti Lasciâ andâ zerbo è un’espressione dialettale genovese che significa “lasciar correre”, “non curarsi”, “non tenere conto”.

Villa Lo Zerbino

Aldo Padovano

storico